PLD: adeguamento del piano direttore

Sì ma ...

 

Il PLD grigione ha inoltrato la propria presa di posizione nell’ambito della procedura di consultazione sull’adeguamento del piano direttore cantonale relativo ai capitoli Politica d’assetto del territorio e Insediamento. Il lavoro svolto e i documenti elaborati rappresentano una base solida e fondata per l’adeguamento del piano direttore cantonale. Il PLD chiede comunque che il quadro di riferimento posto dalla LPT  nazionale non venga ulteriormente ristretto; laddove esiste un margine di manovra questo deve poter essere utilizzato.

Il PLD ritiene giusta l’individuazione delle aree d’intervento come unità importante per l’attuazione della pianificazione territoriale. Esso concorda pure con la constatazione che la dinamica e lo sviluppo atteso nelle diverse aree del Cantone dei Grigioni siano differenti. Unicamente la nota di rassegnazione riguardo allo sviluppo nelle aree rurali lascia qualche amaro in bocca.

Per quanto riguarda lo sviluppo dell’insediamento il PLD grigione ritiene che nel Cantone dei Grigioni ci siano Comuni dove il potenziamento dei trasporti pubblici, da un punto di vista tecnico e finanziario, risulterebbe sproporzionato ed eccessivo. Ritenere, in questi casi, che i trasporti pubblici fungano da unica misura di collegamento non è soddisfacente.

Per quanto riguarda la politica fondiaria attiva il PLD ritiene che i diritti di proprietà siano parte integrante e portante del nostro ordinamento statale e non possano perciò, per principio, essere limitati. Per questo motivo il PLD grigione respinge un’applicazione estensiva della politica fondiaria attiva. Una soluzione simile potrà essere attuata soltanto per combattere l’accumulo di terreno edificabile o mobilizzare riserve di utilizzazione, in caso di superfici di una certa dimensione (da discutere, ma sicuramente alcune migliaia di m2), e soltanto se esiste un notevole interesse pubblico. Le condizioni quadro dovranno essere definite in modo uniforme per l’intero territorio cantonale.

Il PLD non è d’accordo con la sistematica delle porposte di dezonamento, che ritiene insoddisfacente. La metodologia top down unilaterale, da un punto di vista liberale, è da respingere: invece di puntare solamente sulle zone di panificazione dovrebbero essere proposti modelli alternativi che non reprimano o impediscano la flessibilità, l’iniziativa propria e l’autonomia comunale. Il PLD pensa, per esempio, a una specie di sistema di scambio in cui le zone edificabili possano essere “acquistate” o “vendute”. A livello cantonale verrebbe in questo modo raggiunto l’obiettivo; quali siano le aree coinvolte dagli scambi, secondo il PLD, è secondario. Per il finanziamento delle operazioni si potrebbe inoltre istituire un fondo alimentato dal Cantone. Le zone di pianificazione sarebbero quindi necessarie solo in casi eccezionali come ultima razio.

 

Silvio Zuccolini, Responsabile stampa