Cara e insensata: l'iniziativa „Fiscalità ecologica invece dell'IVA" è la soluzione sbagliata

 

L'imposta sul valore aggiunto che gli iniziativisti vorrebbero abolire, è oggi la fonte d'entrata più importate della Confederazione. La sua sostituzione con un'imposta sull'energia comporta un rischio non calcolabile e danneggia in primo luogo le persone con un reddito basso e, più in generale, l'economia. Nella situazione attuale l'introduzione di una tale imposta metterebbe in serio pericolo la piazza di lavoro svizzera. Il PLD.I Liberali Grigioni ritiene un tale cambiamento sbagliato e irresponsabile.

L'iniziativa in discussione vuole abolire l'IVA e sostituirla con una consistente imposta sulle energie non rinnovabili. Le conseguenze di questa iniziativa, troppo poco ragionata, si rivelerebbero drammatiche. Le possibilità sono due: o i prezzi dell'energia aumentano a dismisura, perché l'imposta dovrebbe essere continuamente aumentata, o nelle casse della Confederazione si apre una voragine miliardaria. In caso di approvazione il prezzo incubo di 5 franchi per un litro di benzina e 4 franchi per un litro di olio da riscaldamento, potrebbe diventare la cruda realtà.

 

L'IVA, che annualmente frutta più di 22 miliardi di franchi, è la fonte di entrate più importante della Confederazione. Essa è anche centrale per il finanziamento delle assicurazioni sociali. L'abolizione dell'IVA genererebbe un problema irrisolvibile per le finanze statali. L'iniziativa si basa su un errore di fondo. Non appena raggiunge il proprio obiettivo e il consumo energetico diminuisce l'imposta sull'energia deve essere aumentata o sostituita con un'altra imposta. In caso contrario allo stato manca automaticamente del denaro.

Le conseguenze per l'industria, in caso di approvazione, si rivelerebbero catastrofali. L'imposta sull'energia non può perciò in nessun caso essere introdotta in Svizzera, perché se succedesse i prodotti previsti per l'esportazione diventerebbero definitivamente troppo cari per gli acquirenti esteri. Se poi si tiene conto pure delle attuali turbolenze valutarie la situazione diventerebbe proibitiva. Le conseguenze per le imprese che consumano molta energia risulterebbero gravose se non addirittura letali. Il turismo del commercio al dettaglio e il turismo del carburante, in caso di un SI, crollerebbe come un castello di carte.

 

Particolarmente toccati e fra i maggiori perdenti figurerebbero nuovamente le regioni periferiche e le economie domestiche con un basso reddito. Gli abitanti delle regioni periferiche che hanno bisogno dell'automobile, con il prezzo della benzina aumentato a 5 franchi al litro, sarebbero fortemente gravati. La nuova imposta si rivelerebbe inoltre come antisociale. L'applicazione di un'imposta sull'energia che rincarerebbe i prezzi dell'energia elettrica, dell'olio da riscaldamento, della benzina e di ulteriori beni di consumo quotidiani, inciderebbe fortemente sulle economie domestiche a basso reddito visto che queste dispongono di meno margine d'azione rispetto alle altre. Lo stesso vale anche per gli inquilini, che non hanno nessuna possibilità di influire sulle apparecchiature e le tecnologie che vengono utilizzate nelle loro abitazioni per il riscaldamento e che saranno perciò confrontati con costi molto più alti.

Il PLD.I Liberali Grigioni, tenendo conto di quanto scritto sopra, è decisamente contrario a questa iniziativa rivelatasi chiaramente come insensata e molto cara e consiglia vivamente di votare NO il prossimo 8 marzo.